Tutti uniti per una riprogrammazione del Grande Progetto Sarno. E’ il risultato del consiglio comunale monotematico convocato per questa mattina, giovedì 26 aprile. Una linea comune, che unisce maggioranza opposizione, che chiede la creazione di un tavolo tecnico con la Regione Campania e che raccolga le istanze dei 39 comuni interessati dal grande bacino del Sarno.

Il consiglio, convocato su iniziativa delle forze di opposizione, ha aderito alla richiesta del comitato Gente del Sarno e all’unanimità ha approvato l’ordine del giorno contro la realizzazione della seconda foce.

Ciò che si richiede all’amministrazione guidata dal sindaco Vincenzo Ascione è l’istituzione di un tavolo di confronto al fine di produrre e approfondire urgentemente la riprogrammazione del Grande Progetto Sarno e, in particolare, studiare le possibili soluzioni alternative e migliorative rispetto a quanto previsto dal lotto 1, partendo dalla “comune valutazione negativa dell’utilizzo dell’ultimo tratto del Canale Conte di Sarno”, ovvero la seconda foce.

Sarà necessaria pertanto una riunione congiunta con tutti i sindaci del bacino idrografico del Sarno con i quali condividere comuni linee guida. Priorità alla sostenibilità ambientale, coniugando la priorità del rischio idraulico con l’inderogabilità del disinquinamento a tutela della salute pubblica.

La giornata. A prendere la parola per primo è stato il sindaco Ascione che ha rimarcato la disponibilità a collaborare con le associazioni per studiare le tipologie d’intervento per la mitigazione del rischio idraulico per la situazione Sarno. “La proposta che porteremo al vaglio della Giunta Regionale – ha spiegato il primo cittadino - non prevede uno sbocco a mare di una seconda foce. Ci muoveremo per tirare fuori un documento utile per stabilire una linea che rappresenti il bene comune per Torre Annunziata e per tutto il comprensorio”. Parole ribadite con forza anche dalla consigliera Maria Longobardi che ha rimarcato la “necessità di un ulteriore lotto di interventi da mettere dinanzi al tavolo di confronto per le soluzioni alternative alla seconda foce”.

Vocazione turistica del territorio messa a dura prova. Lo ha evidenziato il consigliere Salvatore Solimeno: “Tutti gli schieramenti in campagna elettorale hanno posto l’accento sul turismo oplontino, ma basta camminare sul litorale per vedere i nostri limiti. Abbiamo camminato finora in direzione opposta al Grande Progetto Sarno che, se si concretizzasse così com’è stato progettato, sarebbe una seconda fogna a cielo aperto. Sarebbe – ha concluso commosso – l’addio al progetto di unicità del nostro territorio. Evitiamo questo scempio”. Uno scempio che vuole evitare anche il consigliere di maggioranza Giuseppe Raiola il quale, nel corso del suo intervento, ha ribadito che “l’istituzione della seconda foce rappresenterebbe un colpo basso all’attuale fase di rilancio turistico di Torre Annunziata”.

Aiuto e cooperazione con i comuni limitrofi. “Si tratta di problemi che insistono lungo tutto il Sarno ed è quindi impensabile che il solo comune di Torre Annunziata debba prendere provvedimenti. E’ necessario aiuto e cooperazione anche con le città limitrofe”. Queste le parole di Luigi Ammendola, assessore ai lavori pubblici al comune di Torre Annunziata, che ha incoraggiato l'istituzione del tavolo tecnico con la Regione e i comuni interessati per lo studio di soluzioni alternative alla realizzazione della seconda foce del Sarno. 

Recuperato anni di disimpegno delle piccole istituzioni. E’ la linea di pensiero di Pierpaolo Telese che ha invitato tutti i presenti a “recarsi dove stazionano i liquami della vasca Pianillo a Poggiomarino per rendersi conto della reale dimensione del disastro ecologico cui siamo sottoposti. Abbiamo recuperato anni di disimpegno delle piccole istituzioni ed ora finalmente ci muoviamo insieme. Il mio non vuole essere un no pregiudiziale alla costituzione della seconda foce. Ma è anche vero che se la foce attualmente esistente sversa quel tipo di sostanze, è lecito porsi dubbi molto pesanti su cosa potrebbe rappresentare la creazione di una nuova foce. Ed è proprio su questo che ci dobbiamo interrogare. Sulla questione ambientale va puntata l’attenzione nazionale, così com’è stato per Bagnoli e per Taranto, anche qui gli insediamenti metallurgici e siderurgici hanno minato la nostra salute ed il nostro territorio. La discussione di oggi va oltre maggioranza e minoranza. Si deve fare uno sforzo per trovare strada che ridia fiducia e che indichi un futuro diverso per l'area stessa”.

Parlamento e Regione a braccetto per Oplonti. E’ quanto auspica il consigliere di opposizione Ciro Alfieri. Nel suo intervento, proprio riferendosi alla vasca Pianillo, ha evidenziato la produttività di quella porzione di territorio, “in cui insiste la produzione di nocciole che vengono acquistate dalle grandi aziende per poi farne crema spalmabile che si presenta sulle nostre tavole. Dobbiamo dimostrare con i fatti, sperando nell’appoggio concreto di Parlamento e Regione, quanto vogliamo bene alla nostra città. Il cambiamento è la parola chiave e per poterlo attuare, c’è bisogno di una partecipazione massiva per scongiurare l’attuazione di scelte che non abbiamo mai approvato. Dobbiamo ridare al Sarno la sua funzione storica, quella della raccolta delle acque, non dei veleni che sistematicamente vengono sversati al suo interno”.

Azione congiunta dei 39 comuni del grande bacino del Sarno. E proprio in riferimento agli organi sovracomunali che hanno preso parola anche alcuni esponenti di spicco del Movimento 5 Stelle, la consigliera regionale Marì Muscarà e la senatrice della Repubblica Virginia La Mura. Dalla regione la Muscarà ha ricordato che la questione “è stata posta sotto osservazione fin dal momento dell’insediamento, ma d’altra parte bisogna constatare che alcuni consiglieri ancora non conoscono le criticità della zona. Far fronte comune è perciò indispensabile per un’azione univoca”. Sulla stessa lunghezza d’onda la senatrice La Mura che ha bacchettato il comune oplontino “per essersi mosso  da solo senza interpellare cittadini ed istituzioni del territorio limitrofo. Finora non si è andati da nessuna parte. Con il tavolo tecnico che l’amministrazione comunale richiederà alla Regione, si potranno aprire nuovi orizzonti a basso impatto ambientale”.


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